Rivoluzionare il proprio CV, fare personal branding e prestare la massima attenzione alle incongruenze tra off e online. Ecco alcuni semplici consigli firmati Hays Response per chi vuole un 2016 all’insegna del successo professionale.


Ricerca lavoro 2016Anno nuovo, lavoro nuovo! O almeno questo è ciò che ci si augura. Se tra i buoni propositi del 2016 c’è anche quello di trovare (o cambiare) lavoro, gli esperti recruiter di Hays Response, la divisione del gruppo Hays dedicata alla selezione di profili più junior, hanno stilato una serie di suggerimenti pratici ed immediati, per trasformare in realtà le proprie aspettative professionali.

“Si dice che la ricerca di un lavoro sia di per sé un lavoro – afferma Fabio Scarcella, Responsabile divisione Hays Response –. Niente di più vero: farsi notare da un recruiter, nel mare magnum di cv che giornalmente si ricevono, è molto complesso, ma fortunatamente non impossibile. Abbiamo pensato, quindi, di stilare una breve lista di suggerimenti utili per tutti coloro che sono alla ricerca di una nuova occupazione con l’augurio di realizzare nel 2016 i propri obiettivi lavorativi”.

  1. RIVOLUZIONARE IL PROPRIO CV

La digital disruption spinge sempre più aziende a fare recruiting sia online sia offline. Per chi non l’avesse ancora fatto, è essenziale aggiungere al proprio curriculum anche i link ai propri profili social e, se disponibile, anche al proprio sito o blog personale. Se il curriculum tradizionale è fondamentale per mostrare al recruiter le proprie competenze ed esperienze nel proprio campo, rimandare alle proprie pagine virtuali può offrire ulteriori elementi di valutazione come, ad esempio, interessi, hobby o più semplicemente la propria capacità di utilizzare le nuove piattaforme digitali.

  1. UNIFORMARE I CURRICULA ONLINE E OFFLINE

Attenzione alle discrepanze tra curriculum online e offline! Qualsiasi differenza può penalizzare il candidato in sede di colloquio o, nel peggiore dei casi, causare l’esclusione dal processo di selezione. Tra le cose da fare con l’inizio del nuovo anno è aggiornare e allineare le informazioni contenute nel proprio cv nella versione sia tradizionale sia digitale.

  1. ESSERE PRAGMATICI NELLA RICERCA DI UNA NUOVA POSIZIONE

Rispondere in maniera indiscriminata a tutte le opportunità lavorative disponibili, può non essere la migliore strategia per trovare una nuova occupazione. La parola d’ordine per il nuovo anno è “pragmatismo”. È essenziale individuare solo le posizioni più in linea con il proprio profilo e la propria job expertise anziché inviare candidature a vuoto.

  1. FARE PERSONAL BRANDING

Nel 2016 aprire un profilo LinkedIn non basta per attirare l’attenzione dei recruiter. Per uscire dall’anonimato, è necessario essere attivi non solo postando o condividendo contenuti interessanti per il proprio settore lavorativo, ma anche partecipando ai dibattiti all’interno dei gruppi, mostrando esempi di progetti di successo o chiedendo endorsement al proprio network.

  1. ESSERE PROMOTORI DEL CAMBIAMENTO

“Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo ” diceva Mahatma Gandhi. In una realtà in continua evoluzione, i recruiter oggi cercano candidati pronti ad abbracciare senza timori le ultime novità in campo tecnologico (e non). Tra i buoni propositi del nuovo anno è, quindi, indispensabile presentarsi alle aziende come “portatori sani di novità” ossia come professionisti capaci di introdurre cambiamenti utili allo sviluppo del business.

  1. RICORDARE CHE PER LINKEDIN VALE L’ASSUNTO “MEGLIO POCHI MA BUONI”

Iniziare il 2016 cancellando da LinkedIn quei collegamenti poco funzionali per la propria carriera, potrebbe facilitare la ricerca di una nuova occupazione. Se fino a ieri, era pratica diffusa ampliare il proprio network estendendo l’invito anche a professionisti di altri settori lavorativi, oggi è preferibile puntare sulla qualità della propria rete aggiungendo solo contatti strettamente legati alla propria attività.



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    Cosa cambia dall’entrata in vigore della nuova separazione breve senza Tribunale. Ora sarà più semplice ed economico divorziare con la negoziazione assistita di un avvocato.


    Nuova legge divorzio breveIl numero di divorzi in Italia rispetto ai nuovi matrimoni è in costante crescita. Oggi praticamente per ogni 2 coppie che si sposano una si separa. E dall’entrata in vigore della nuova separazione breve senza Tribunale è ancora più semplice ed economico divorziare con la negoziazione assistita di un avvocato. In concreto, quanto costa divorziare oggi?

    Si può usufruire della modalità della negoziazione assistita solo se la separazione è consensuale e se ci sono figli minorenni, figli diversamente abili o figli maggiorenni non autosufficienti economicamente.

    La separazione dei coniugi è qualcosa di temporaneo e che può essere revocato a differenza del divorzio, secondo l’ordinamento giuridico infatti con la separazione cessano gli obblighi contratti dalla coppia con il matrimonio, ossia la fedeltà reciproca, la comunione dei beni, la convivenza sotto lo stesso tetto.

    Dopo la separazione passano lo stesso tre anni per ottenere il divorzio, ma ci si può avvalere in ogni caso della negoziazione assistita, tramite domanda redatta davanti ad un ufficiale di stato civile di separazione, scioglimento del matrimonio o cambiamento delle condizioni di separazione e divorzio congiunta dei coniugi.

    La domanda viene inviata entro dieci giorni dalla sottoscrizione dall’avvocato al comune di celebrazione del matrimonio religioso o civile trascritto con una copia autenticata.

    Ci si può rivolgere in alternativa anche agli ufficiali di stato civile che però non possono occuparsi di patti di trasferimento patrimoniale, solo però dopo trenta giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione del decreto.

    In base al decreto legge separazione breve e divorzio 132 del 2014 viene semplificata la giustizia civile, per cui ci si potrà separare o divorziare senza andare in Tribunale grazie alla negoziazione assistita, solo se la separazione però è consensuale e se non ci sono problemi sull’affidamento e sull’assegno di mantenimento dei figli. E riducendo drasticamente le procedure burocratiche, anche i costi si abbattono: il costo del divorzio breve attuale infatti è pari a solo 16 euro in tutta Italia. Con il divorzio breve, secondo la risoluzione dell’Agenzia delle Entrate 65/E del 2015, si è infatti esenti dall’imposta di bollo, di registro, da ogni altra tassa, così come per i procedimenti di separazione e divorzio per cui si prevede la stessa agevolazione.

    A ciò va aggiunta solo la parcella dell’avvocato che varia in base alla città dove si vive: tendenzialmente maggiore è il costo della vita e maggiori sono le tariffe richieste, ma è sempre possibile trovare uno studio legale non esoso. Qui potete cercare un avvocato competente in diritto di famiglia in ogni provincia d’Italia e richiedere preventivi online per comparare le differenti parcelle.

    Ora che il divorzio non è più un lusso per pochi, nè un peso burocratico, aumenterà ancora il numero di famiglie che scoppiano?



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      Casa-lavoro: il 40% degli italiani impiega più di un’ora al giorno in viaggio, mentre uno su cinque spende oltre il 10% della sua retribuzione per i costi di trasporto.


      Lavoro da casaDa una ricerca Regus, condotta a livello internazionale nello scorso mese di luglio su 22.000 manager e professionisti in 100 paesi, emerge che gli italiani che impiegano oltre un’ora al giorno nel tragitto di andata e ritorno tra casa e posto di lavoro sono oltre il 40%. Il restante 60% riesce a rimanere sotto l’ora giornaliera. Un maggior ricorso alle modalità del lavoro Agile, di cui il 25 marzo il Comune di Milano propone la 2° Giornata, consentirebbe di abbassare o eliminare questi tempi, offrendo ai lavoratori più tempo per sé stessi, migliore qualità della vita, maggiore produttività e meno stress, mentre la città e l’ambiente ne beneficerebbero sotto forma di minor inquinamento.

      Più precisamente, la ricerca Regus evidenzia che solo per il viaggio di andata, il 27,8% impiega meno di 15 minuti, il 31,3 (la maggioranza) riesce a rimanere entro la mezz’ora, mentre il 21,10% tra i 30 e i 45 minuti, l’11% tra i 45 minuti e un’ora, mentre i più lontani che impiegano oltre un’ora rappresentano l’8,80% degli intervistati.

      Quanto costa andare al lavoro?

      I dati relativi all’Italia, raccolti dal principale fornitore a livello globale di spazi di lavoro flessibili, in un nuovo panel di ricerca su un campione globale molto più ampio (44.000 manager e professionisti) nello scorso mese di Gennaio 2015 fanno emergere un costo medio ponderato per gli spostamenti tra casa e ufficio pari al 5% calcolato sulla retribuzione annua.

      Costi spostamento lavoroCome ben noto le medie statistiche servono ad indicare un trend generale, le variabili sono molte (uso dell’auto o dei mezzi pubblici) e ovviamente incidono significativamente i diversi livelli retributivi degli intervistati. L’indagine Regus indica che per uno su cinque (21,3) degli intervistati italiani i costi possono raggiungere e superare il 10% della loro retribuzione, mentre il 22,6% sostiene costi variabili tra il 5% e il 10% e il 56,1 ha costi inferiori al 5%.

      Lavoro Agile o smart working per risparmiare tempo e denaro, il 52,5% lavora già anche da casa

      Il continuo sviluppo e la diffusione di nuovi strumenti tecnologici consentono di poter lavorare ed essere connessi e operativi anche lontano dall’ufficio tradizionale. La recente ricerca internazionale Regus, indica che il 52,5% di manager e professionisti Italiani (a fronte di una media a livello mondiale del 61%) lavora spesso da casa e ha allestito un ufficio o una postazione lavoro (home office). Queste nuove metodologie di lavoro che si stanno sviluppando rapidamente possono contribuire a ridurre gli spostamenti, incrementare la produttività, contenere i costi operativi e gestire al meglio il rapporto lavoro/tempo libero (http://www.regus.it/blog/latest-news/che-cose-il-lavoro-flessibile/).



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