Giovani svogliati, viziati, mammoni e privi di iniziative. Quanti di noi hanno sentito queste parole provenire da persone appartenenti ad una generazione precedente la nostra? “Noi abbiamo lottato”,”non ci siamo arresi”,”abbiamo contribuito a cambiare il mondo per voi”,”voi non fate niente”, “se fossimo al vostro posto non permetteremmo simili ingiustizie”. Sono o non sono, queste, […]


Giovani svogliati, viziati, mammoni e privi di iniziative.
Quanti di noi hanno sentito queste parole provenire da persone appartenenti ad una generazione precedente la nostra?
“Noi abbiamo lottato”,”non ci siamo arresi”,”abbiamo contribuito a cambiare il mondo per voi”,”voi non fate niente”, “se fossimo al vostro posto non permetteremmo simili ingiustizie”.
Sono o non sono, queste, frasi che anche i nostri genitori, magari solo una volta, hanno pronunciato con un certo disprezzo misto a rassegnazione ?
Se noi tardo-ventenni o trentenni, laureati e quindi notevolmente più scolarizzati dei nostri predecessori, ci troviamo a subire condizioni di inoccupazione o di finta occupazione, se noi “comodi pantofolai” svolgiamo le stesse mansioni di quelle persone che nel ’68 hanno sovvertito l’ opinione comune ed il sentire sociale, ma percepiamo uno stipendio (se lo percepiamo) pari a 2/3 in difetto rispetto a quello che percepiva un figlio dei fiori, ebbene, allora non credo che la colpa sia tutta nostra.
Oggi gli adulti ci spingono a reagire prendendo come esempio le loro lotte, quelle che essi hanno condotto per migliorare anche le nostre condizioni di vita. Oggigiorno gli adulti sollecitano un nostro intervento inducendoci persino a condurre una lotta non del tutto pacifica con frasi del tipo: “ah, se fossimo in voi faremo casino come solo noi siamo stati in grado di fare”. Questi stessi adulti, finiti gli anni della contestazione hanno conseguito una laurea, hanno trovato un lavoro a tempo indeterminato, si sono permessi il lusso di costruire una famiglia ed alcuni di loro, magari, sono tra i fautori di leggi che permettono l’ abuso di contratti co.co.pro. e l’ istituzione di figure atipiche di lavoro.
Invece, sono orgoglioso di dire che noi giovani abbiamo imparato che le lotte non si conducono con la violenza e la temerarietà facinorosa.
Vogliamo agire educando i nostri coetanei, quelli che verranno dopo di noi e quelli che sono venuti prima di noi (all’ epoca sessantottini e oggi gerontocrati) ad una sensibilizzazione del problema “precariato”, con un approccio sentito ma non violento. Noi ricerchiamo il dialogo proficuo, quello che ci permetterà di dire la nostra, ma anche di ascoltare e di costruire delle solide basi per un futuro migliore per tutti.



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    Riporto la testimonianza di Cristina indicante, per l’ ennesima volta, il degrado e l’ umiliazione che vivono molte persone laureate, qualificate e soprattutto corrette: ” Vi racconto…la mia ultima avventura…o meglio disavventura…nel mondo del lavoro!!! Ho iniziato a lavorare nel Giugno 2004 come impiegata nel settore Amministrativo presso un consorzio di una nota associazione di categoria… Ero […]


    Riporto la testimonianza di Cristina indicante, per l’ ennesima volta, il degrado e l’ umiliazione che vivono molte persone laureate, qualificate e soprattutto corrette:

    ” Vi racconto…la mia ultima avventura…o meglio disavventura…nel mondo del lavoro!!!
    Ho iniziato a lavorare nel Giugno 2004 come impiegata nel settore Amministrativo presso un consorzio di una nota associazione di categoria…
    Ero alle dirette dipendenze del Direttore, cui rispondevo del mio operato e da cui ricevevo ordini e direttive. Come pattuito, osservavo l’orario di 8 ore giornaliere, dal lunedì al venerdì.
    Il mio compenso (percepito mensilmente) ammontava ad Euro 200,00, erogato con ricevuta di prestazione occasionale.
    Man mano che trascorreva il tempo, i miei compiti, incarichi e responsabilità erano diventati più onerosi ed a volte dovevo trattenermi ben più delle 8 ore giornaliere.
    In particolar modo mi occupavo della segreteria della Direzione, del mantenimento delle relazioni con soggetti esterni e con gli organi statutari sociali, del controllo documentale delle pratiche di finanziamento, di tenere i contatti con gli istituti di credito convenzionati, di aggiornare i file di gestione, di fare da raccordo tra la direzione ed i colleghi delle sedi provinciali, di tenere la contabilità (prima nota, scadenziario) ecc.
    A seguito dell’assegnazione di una Borsa semestrale, percepivo la somma di Euro 500,00 mensili così ripartiti: Euro 400,00 a carico dell’ente Erogante, ed Euro 100,00 a carico del soggetto Ospitante riconducibili al pagamento della sola Assicurazione INAIL. Avrei dovuto osservare l’orario di 7 ore giornaliere come da accordi stabiliti con il Tutor…ma c’era sempre necessità di trattenersi oltre l’orario…Il clima in ufficio intanto si era fatto pesante…anche a causa del mobbing cui veniva sottoposta quotidianamente una collega di stanza!!!
    Terminato il periodo da ‘tirocinante’ per due mesi continuavo a prestare regolarmente la mia opera, in prevalenza solo la mattina, dalle 9.00 alle 13.00: per maggior precisione tenevo un prospetto giornaliero come esplicitamente richiestomi dal Direttore, ma non ricevevo al riguardo alcuna retribuzione.
    A sorpresa arrivano i funzionari del Ministero del Lavoro e ‘scoprono’ che io (ed altri due colleghi) non avevamo alcun contratto e la nostra posizione lavorativa era ‘completamente in nero’…sia dal punto di vista contrattuale che assicurativo-retributivo. Il giorno dopo l’ispezione il Direttore sottoponeva alla mia attenzione un contratto di collaborazione occasionale con data antecedente la visita ispettiva, e perciò palesemente falso ed in contrasto con quanto da me dichiarato e sottoscritto davanti ai funzionari incaricati dell’ispezione. A seguito del mio rifiuto a sottoscrivere quel ‘contratto’ venivo invitata a lasciare immediatamente gli uffici…
    Il Presidente del C.d.A. del Consorzio, con lettera raccomandata,  cercando di giustificare i motivi del mio allontanamento, non trovava di meglio che affermare che svolgevo la mia opera presso il Consorzio ‘saltuariamente’…da quasi un anno!!!

    Fino a qualche tempo fa sul sito istituzionale del Consorzio alla voce organico vi era  ancora il mio nome ed il riferimento alla mia posizione all’interno della struttura.

    Tuttora sono disoccupata ed il Consorzio non ha mai provveduto a versarmi le retribuzioni arretrate dei mesi di Aprile e Maggio 2005.
    Sono laureata in Scienze Politiche v.o., ho un Master in marketing e Tecniche di Comunicazione Aziendale, esperienza lavorative decennali…ho sempre lavorato dall’età di 23 anni, ora ne ho quasi 35…SONO STANCA di ESSERE SFRUTTATA E PRESA IN GIRO!!!
    Questo è il mondo del lavoro in Italia!!! ”
    Cristina



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      Ci sono storie in cui… …il lavoro, ovvero la sua assenza, porta alla sconfitta. Questa è una di quelle storie…. Riporto un artico apparso su www.pugliaimpiego.it il 04/08/2006: ….” E’ sconcertante la notizia apparsa sui quotidiani del suicidio di un giovane salentino di appena 25 anni. Il motivo? Troppo tempo passato nella vana ricerca di un’occupazione, troppe porte […]


      Ci sono storie in cui…

      …il lavoro, ovvero la sua assenza, porta alla sconfitta. Questa è una di quelle storie….

      Riporto un artico apparso su www.pugliaimpiego.it il 04/08/2006:

      ….” E’ sconcertante la notizia apparsa sui quotidiani del suicidio di un giovane salentino di appena 25 anni. Il motivo? Troppo tempo passato nella vana ricerca di un’occupazione, troppe porte chiuse in faccia al sogno di un futuro. Il primo pensiero che viene in mente è quello di chiamarli «codardi», ma è facile condannarli anche se a molti di noi, anche solo per un attimo è passato dalla mente lo stesso pensiero, come fuga dalle piccole o grandi difficoltà della vita. E’ strano pensare che un ragazzo si senta solo nel mondo dei telefonini supertecnologici, di internet, in un mondo che cerca di annullare le distanze, in corse verso non si sa chi o che cosa. Chissà quante persone, leggendo la cronaca si sono ritrovate nello stato d’animo di Alessandro, in quel sentirsi inutile, sconfitto, in quel raccogliere le forze dopo ogni risposta negativa e continuare a cercare, andare oltre, andare altrove. Purtroppo il risultato troppo spesso non cambia, poche aziende, troppo piccole, troppe specializzazioni richieste, ancora troppa burocrazia.si, burocrazia, che non riesce a velocizzare le procedure, a far decollare una buona formazione, che non offre, neanche agli operatori addetti ai servizi, gli strumenti idonei per attuare il «reale» incontro tra domanda ed offerta di lavoro.per quel poco che c’è. Allora che fare.continuare a pensare a ciò che è successo, non demoralizzarsi mai, continuare ad insistere, e per chi lavora a contatto con tantissima gente con le stesse necessità del ragazzo di Martano (LE), darsi da fare, farsi carico delle esigenze e delle difficoltà di chiede un’occupazione, o anche solo un suggerimento per riuscire a muoversi nel mondo del lavoro. Ciao Alessandro! “…



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