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Il Governo ha allungato fino al 2014 la possibilità di accedere a dei prestiti agevolati per i genitori che hanno un nuovo figlio. Prestito? E che incentivo è questo?


Fiducia ministro lavoro Fornero Nel 2009 venne varato il Fondo di credito per i nuovi nati, una misura nata per sostenere le famiglie nel quale era nato un bambino; tale misura è stata prorogata fino al 2014 dopo la definizione del patto di stabilità. C’è tempo fino a giungo 2015 per presentare la domanda.

A questo fondo possono aderire tutte le famiglie che rientrano nella situazione prevista dall’art. 4, comma 1, del D.L. n.185/2008. Il fondo è nato “per la realizzazione di iniziative a carattere nazionale volte a favorire l’accesso al credito delle famiglie con un figlio nato o adottato nell’anno di riferimento e’ istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri un apposito fondo rotativo, dotato di personalità giuridica, denominato: «Fondo di credito per i nuovi nati», con una dotazione di 25 milioni di euro per ciascuno degli anni 2009, 2010, 2011, finalizzato al rilascio di garanzie dirette, anche fideiussorie, alle banche e agli intermediari finanziari.”

Entrando più nel dettaglio, bisogna specificare che si tratta di un prestito a tasso agevolato al quale può accedere qualunque famiglia, indipendentemente dal reddito. Può essere richiesto un prestito per ogni nuovo bambino nato. Se l’affido del bambino è condiviso, potrà essere chiesto un unico prestito.

L’importo massimo che si può richiedere è di 5.000 euro, e vengono prestati una percentuale di riduzione minima del 50% del TEGM (Tasso effettivo globale medio) per l’anno di riferimento.

Per avere il prestito bisogna fare domanda presso una delle banche aderenti all’iniziativa entro il 30 giugno dell’anno successivo a quelli di nascita o adozione del figlio.

Nella domanda si dovranno autocertificare il possesso dei requisiti richiesti, ovvero:

  • le proprie generalità e quelle del minore nato a adottato (specificando in tal caso gli estremi del provvedimento): nome e cognome, luogo e data di nascita, codice fiscale;
  • l’esercizio della potestà genitoriale sul minore, specificando se si esercita tale potestà da solo a insieme ad altro soggetto;
  • in caso di esercizio della potestà condiviso, generalità dell’altro soggetto e dichiarazione che è richiesto un solo prestito per ogni minore.

Nel caso in cui il bambino sia affetto da malattia rara, bisognerà aggiungere un certificato medico rilasciato da una struttura sanitaria che attesti tale malattia.

Una volta presentata la domanda, si dovrà attendere la risposta dell’istituto bancario.

Si potrà concordare con la banca se restituire il prestito in un’unica soluzione oppure in massimo 60 rate (5 anni).

Sul sito Fondonuovinati.it trovate l’elenco delle banche convenzionate.

IL NOSTRO PARERE

Secondo noi siamo di fronte all’ennesima presa in giro: il Governo non attinge a fondi dello Stato per investire sui nuovi nati, ma fa finta di agevolare i genitori con un prestito che se non riusciranno a ripagare li farà finire nelle liste dei cattivi pagatori con probabile pignoramento dei beni. Insomma, il solito giochetto Governo-Banche.



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    Dopo che Lega e Idv avevano proposto una mozione di sfiducia per la linea sulla quale sta continuando la Fornero, il Governo ha votato contro tale mozione, quindi ha dato fiducia alla ministra.


    Fiducia ministro lavoro Fornero La fiducia alla Fornero dall’Aula della Camera è stata confermata. Con 88 voti favorevoli, 435 contrari e 18 astenuti, le mozioni presentate da Idv e Lega Nord sono state bocciate.

    La fiducia alla Fornero dall’Aula della Camera è stata confermata. Con 88 voti favorevoli, 435 contrari e 18 astenuti, le mozioni presentate da Idv e Lega Nord sono state bocciate.

    La Fornero ha dichiarato che questo voto le ha creato sofferenza (?!), ma ora potrà ritornare a lavorare come prima. Ai giornalisti che le hanno chiesto se si è sentita infastidita da questa mozione di sfiducia, la Fornero ha risposto che a chi l’accusa vuole dire che non ha mai mentito.

    L’Idv ha parlato di imbroglio gravissimo, e Antonio Di Pietro ha commentato così l’accaduto: “Sarò sobrio nella mia dichiarazione di voto sulla sfiducia al ministro Fornero, e lo farò mordendomi la lingua perché ho rispetto sia del suo ruolo sia del fatto che sia una donna. Il ministro ha commesso un imbroglio gravissimo affermando il falso mentendo sapendo di mentire. Ha mentito sul numero degli esodati: sapeva che il dato da lei riferito era falso e lo ha fornito comunque. L’arroganza del ministro nel violare l’articolo 1 della Costituzione è gravemente offensivo per gli italiani. Con arroganza e supponenza ha violato la Costituzione. Chiediamo la sfiducia per i suoi atti e comportamenti individuali che non meritano di essere rappresentati in questa Aula. Come fa un ministro in carica a dire che il sommerso, ovvero una illegalità, è un rischio che la sua riforma può determinare? Ricorda quel ministro della prima repubblica che diceva che la mafia era un rischio con cui bisognava convivere. Il fatto che Monti dica di condividerne le scelte è un’aggravante e non un’attenuante.”

    Dal labiale ripresto dal Fatto Quotidiano, si vede che la Fornero ha commentato in maniera molto tesa le parole di Di Pietro, terminando con un “bugiardo”.

    La Lega Nord, dal canto suo, definisce la Fornero “La ministra della disoccupazione. Lei non può fare a meno della propria sedia ma il Paese può fare a meno di lei”, parole di Giampaolo Dozzo.

    Alle domanda se è stato facile convincere i compagni di partito a votare contro la mozione di sfiducia, Bersani risponde che “Quando senti gli argomenti leghisti diventa facile convincere i tuoi…

    Dal PDL sono venuti 5 voti a sfiducia, 40 erano assenti e 16 astenuti: tra tutti i partiti è quello che ha contato più assenti e astenuti.
    Nel PD 19 non hanno votato, dei quali 5 assenti ingiustificatamente.

    Insomma, è stata una votazione farsa, e la Fornero ora si sente legittimata a portare avanti una riforma del lavoro che affosserà ancora di più l’Italia.



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      In UK li chiamano NEET, sono i giovani che non hanno un titolo di studio oppure hanno mal studiato durante le scuole e ora sono praticamente impossibilitati a trovare un lavoro.


      Incentivi studio e lavoro in Gran Bretagna Come in tutto il mondo, anche a Londra esistono parti di una generazione “perduta”, ovvero ragazzi che non hanno studiato, oppure hanno studiato male, per riuscire a trovare un lavoro.

      In inglese vengono definiti “NEET” – Not Employed or Educated Teen (studenti non occupati o non colti) e sono 1.200.000 sotto i 24 anni, e 150.000 sotto i 18 anni: i più a rischio di tutti sono 55.000 che hanno un’età compresa tra i 16 e i 17 anni.

      Il vice primo ministro Nick Clegg ha presentato nei giorni scorsi un piano che prevede di donare 2.200 sterline (circa 2.600 euro) ad aziende o enti di volontariato che riusciranno a far lavorare o studiare un ragazzo “neet”. Il totale messo a disposizione dal governo britannico è di 126.000.000 di sterline che serviranno a coprire più dei 55.000 ragazzi a rischio.

      Intanto l’agenzia per il lavoro Adecco ha effettuato un ricerca dalla quale si evince che spesso molti ragazzi rasentano l’analfabetismo, sono impreparati, non riescono a lavorare in gruppo e nemmeno a presentare se stessi in maniera accettabile. Per questo Adecco auspica che il mondo del lavoro entri maggiormente ed efficacemente nell’insegnamento scolastico per non lasciarli completamente impreparati e spiazzati una volta terminato il ciclo di studi.

      Clegg considera i “neet” una bomba a tempo, che avrà conseguenze molto pericolose nei prossimi anni se non si incomincerà a risolve il problema sin d’ora. I ragazzi tra i 16 e i 17 anni sono, secondo il Ministero dell’Educazione, quelli che avranno un futuro in cui soffriranno lunghi periodi di disoccupazione finendo per sopravvivere alla meglio con quei pochi guadagni intermittenti che riusciranno ad avere.

      In Gran Bretagna si è raggiunta una disoccupazione del 22% e dalla ricerca è emerso che dei 500 datori di lavori intervistati il 25% ha dichiarato che i ragazzi hanno forti carenze nelle basi di inglese e nell’aritmetica, mentre il 55% ha dichiarato di averli trovati incapaci ad elaborare un testo utile alla comunicazione professionale. Il 53% dei datori ritiene che l’università non sia in grado di preparare i ragazzi al mondo del lavoro, mentre il 36% ritiene che sia tutto l’arco di studi (a partire dalle elementari) a non preparare adeguatamente le nuove generazioni.
      Un esempio viene dalla più produttiva fabbrica di automobili della Gran Bretagna, la Nissan di Sunderland, dove gli apprendisti tecnici della manutenzione non riescono a fare semplici conti di base.



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