Due terzi dei giovani romani si dichiarano molto favorevoli a lasciare Roma per trasferirsi in un’altra città italiana o addirittura all’estero. Il 41% del totale della popolazione romana vorrebbe andare via da questa città.


La ricerca eseguita da “Un’agenda urbana per Roma” e i dati pubblicati da Censis e Rur (Rete urbana delle Rappresentanze) sono allarmanti! Il 67% dei giovani e il 41% dei romani vogliono lasciare Roma a causa di un diffuso disagio dovuto all’incapacità della Capitale di offrire opportunità ai suoi cittadini.
Sono soprattutto i giovani, tra i 18 e i 29 anni, a dichiarare di volersene andare da Roma, raggiungendo un pesante 68%. Ma il problema non riguarda solo i giovani, ma l’intera popolazione.
Del 41% dei romani intenzionati ad emigrare altrove, il 13% lo farebbe per la grave assenza di lavoro che potrebbe durare sicuramente molti anni, l’11% dalla possibilità di usufruire di servizi migliori, mentre l’8% dalla necessità di avere un costo della vita minore o una maggiore sicurezza in genere.

Il neo sindaco Ignazio Marino si dice allarmato dopo aver presenziato alla pubblicazione del rapporto del Censis. Durante il suo intervento presso il Tempio di Adriano, ha individuato quelle che, secondo lui, sono i due punti chiavi sui quali Roma deve investire, viabilità e capacità di attrarre.

Marino continua dicendo: “La visione dell’altrove è molto radicata nei giovani. Qui si parla di disagi. Si parla di lasciare Roma alla ricerca di opportunità che la città non offre. E questo incide sulle sicurezze delle persone. Le frammenta. Disperde i talenti”.
Secondo il sindaco, l’incuria e l’assenza di lavoro sono altri punti cardine sui quali lavorare. “L’incuria per me è soprattutto un atteggiamento mentale. Condiziona il modo di agire, di scegliere, di cogliere le sfide, di osare e di raccogliere le opportunità del terzo millennio”. E ancora: “Se i giovani prendono strade che portano lontano da Roma è perché la città non offre lavoro”. Percepire la propria città come poco vivibile e desiderare di andare a vivere altrove sono la sintesi di un malessere complessivo”.

Secondo noi Marino non ha una visiona sufficientemente lungimirante di quello che sta accadendo nel mondo. Siamo arrivati alla fine di un’epoca che era destinata a finire nel momento stesso in cui è incominciata, ed ora sia le nuove che vecchie generazioni stanno capendo che una città caotica come Roma non è più a misura d’uomo (o non lo è mai stata). Non è solo il lavoro il problema, è lo stile di vita, e l’alienazione continua, il caos, i rumori, il cervello che non riesce più a riposare nemmeno quando dormiamo profondamente. E’ un rapporto col tempo sbagliato da decenni, e ora non viene più tollerato da chi sa che la vita non è solo lavoro, mutuo, matrimonio e figli.



Fai conoscere questo articolo: