Dall’ultimo rapporto del centro studi di Confindustria è emerso che la ripresa economica non incomincerà prima dle 2014. Tuto il 2013 ce la passeremo molto brutta.


Secondo il rapporto del centro studi di Confindustria, la crisi 2007-2013 ha fatto perdere all’Italia l’equivalente di 8 punti di Pil. Secondo gli esperti del centro studi, il punto di svolta non si vede ma non è molto lontano. Ora Confindustria parla del 2014, ma pare comunque essere un dato molto ottimista per molti.

La previsione del Pil per il 2012 era a -2,4% mentre si fermerà a -2,1%, però per il 2013 si era previsto un -0,6% quando invece sarà un -1,1%. Solo dal 2014 è previsto un modesto aumento del Pil ma questo non è ovviamente sicuro: l’aumento dovrebbe essere pari allo 0,6%.
Ma gli economisti restano pure sempre ottimisti perché nel trimestre ottobre/novembre/dicembre si intravedrà un +0,2%.

Il ministro dell’Economia Vittorio Grilli ha commentato i dati di Confindustria dicendo che non ha ragioni per cambiare opinione sul fatto che secondo lui la ripresa si vedrà già da metà 2013. Grilli ha continuato col dire ”Mi sembra che gli elementi che ci sono adesso – ha continuato – e che sono certamente non belli, ma di conferma del quadro tendenziale, non ci fanno ritenere che ci sia un ritardo. Continuiamo a ritenere che nella seconda metà del 2013 ci sarà un’inversione di tendenza. Quindi ad oggi non abbiamo elementi per cambiare questa nostra previsione”.

Confindustria guarda con apprensione l’avvicinarsi delle elezioni. “L’orizzonte è ulteriormente offuscato dall’indeterminatezza dell’esito delle prossime scadenza elettorali”, asserisce il Rapporto del Centro studi che rileva una situazione di “profonda contrazione” dell’Italia che si trova a gestire una crisi più lunga del previsto.
Per questo, ammonisce, “spetta alla politica rompere la cappa dei timori e orientare le aspettative verso una nuova stagione di sviluppo”.

Per colpa della crisi, gli investimenti sono calati del -8,2%, e nel 2013 saranno del -1,8%
Dal 2007 ad oggi hanno lasciato sul terreno il 23,1% in termini reali, toccando i minimi dal 1997. “E’ una seria ipoteca alle potenzialità di sviluppo futuro”, si legge nel Rapporto.

Inoltre il consumo medio delle famiglie italiane è calato del 3,2% nel 2012: è il peggiore dato dal dopoguerra ad oggi. Nel 2013 si registrerà un -1,4%, ma nel 2014 dovrebbe stabilizzarsi e far intravedere uno +0,3%.

La pressione fiscale si prevede che rimarrà molto vicina ai massimi storici, ovvero a livelli elevati e insostenibili, soprattutto quella effettiva: il 53,9% del Pil nel 2014 al netto del sommerso dal denominatore.

Per quanto riguarda il lavoro nulla di buono. La disoccupazione aumenterà. Secondo le previsioni di Confindustria a fine 2012 si arriverà all’11,1%, e il 12,2% a fine 2013. Sinceramente a noi di StoriDiLavoro sembrano cifre molto ottimistiche.
Dal 2007 al 2011 sono state 1,1 milioni i lavoratori che hanno perso il lavoro, e saliranno a 1,5 nel terzo trimestre del 2013.



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