Mer 30 Giu 2010
Indagine Inail per la sicurezza sul lavoro negli ospedali pubblici
Scritto da Amministratore - categoria: Sicurezza sul lavoroNessun Commento
Indagine dell’Inail sulla sicurezza per i dipendenti degli ospedali pubblici italiani. Alcuni dati sono rassicuranti, ma altri sono molto preoccupanti.
Nella rivista dell’Inail “Dati Inailâ€, l’istituto ha pubblicato un approfondimento sugli infortuni negli ultimi 5 anni e sulla sicurezza sul lavoro che ha riguardato 1300 ospedali e strutture di cura, e 450 mila addetti che sono assicurati presso l’Inail. |
Mediamente c’è stato un calo generale degli infortuni del 14%, con una punta massima del 20% che ha riguardato quelli maschili; sul totale delle denunce presentate all’Inail nel 2008, il 70% riguarda le donne, con la particolarità che nei casi di morte, essa è sopravvenuta nel tragitto casa-lavoro-casa.
Anche nella sanità , gli extracomunitari sono i più colpiti, infatti nel loro caso vi è stato un aumento di incidenti del 20%, ed il 52% del totale degli infortuni avviene in corsia con un coinvolgimento del 50% di infermieri, 30% di operatori sanitari, 5% i medici.
Tra il 2000 e il 2008 si è assistito ad un aumento delle denunce per infortunio del 100%, con un numero che è passato da 332 a 722; cioè è spiegabile perché nel 2000 erano le malattie dermatologiche quelle più diffuse, mentre nel 2009 sono le malattie muscolo-scheletriche a farla da padrone, questo perché troppo spesso il fisico viene sovraccaricato e perlopiù durante l’assunzione di posture del tutto sbagliate.
Per quanto riguarda la messa a norme delle strutture, sono ancora troppe quelle che non rispettano la legge sulla sicurezza: tra 853 strutture che i NAS hanno esaminato, il 49% è risultato irregolare, con evidenti carenze anche nella minima soglia di sicurezza: danni alle strutture degli immobili, mancanza o estremo logorio dei sistemi antincendio, assenza di maniglie antipanico, e molto altro.
Al sud, dove è presente il 75% delle strutture più pericolose, la malasanità supera le regioni del nord: al primo posto c’è la Regione Calabria (con 36 strutture irregolari su 39 ispezionate), seguita dalla Sardegna (con 32 strutture irregolari su 45 ispezionate).