Interessante sentenza che obbliga il datore di lavoro a risarcire un dipendente che si è fatto male cadendo da una sedia troppo vecchia.


Comitato controllo sicurezza lavoro Verona. Un’interessante recente sentenza della Suprema Corte ha dato ragione ad un lavoratore che si è infortunato a causa di una sedia vetusta che alla fine non ha più retto al normale peso del lavoratore e alla normale usura del tempo.

Il lavoratore, infatti, come tutti i giorni, si apprestava a sedersi normalmente sulla sua sedia quando questa ha ceduto. Il malcapitato è caduto a terra procurandosi una evidente infortunio sul lavoro e ha chiesto danni materiali e morali all’azienda.

La Corte ha dichiarato che il datore di lavoro è responsabile del danno subito dal lavoratore perché l’infortunio è derivato da vetustà dell’attrezzatura che il dipendente si trovava ad utilizzare quotidianamente.
Il risarcimento morale è stato accordato perché “una lesione di un interesse della persona costituzionalmente garantito, come la salute” e, pertanto, deve ritenersi sempre “risarcibile a prescindere dal fatto che la condotta illecita che ha determinato l’infortunio costituisca un reato.

Non sappiamo se questa sentenza ha già dei precedenti oppure è la prima che dà ragione ad un lavoratore per un danno subìto a causa dell’usura di una sedia (che sarebbe attrezzatura da lavoro), ma di sicuro c’è che anche se ci sono associazioni di formatori della sicurezza sul lavoro che svolgono quotidianamente corsi sulla sicurezza e dipendenti che stanno sempre attenti alla propria e altrui incolumità, non c’è modo di rimanere illesi se un sedia, una scala o un ponteggio alto 5 metri sono talmente logori e usurati da spezzarsi durante il normale utilizzo per cui sono stati progettati e realizzati.



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