Leggi e contratti


Come gestire i compensi sportivi e quali sono le tassazioni a cui sono soggette le Associazioni Sportive Dilettantistiche (ASD) e le Società Sportive Dilettantistiche (SSD).


Oggi parliamo della gestione dei compensi sportivi. Questi ultimi non sono altro che le retribuzioni spettanti a coloro che svolgono una determinata attività , in collaborazione con un’Associazione Sportiva Dilettantistica (ASD) o con una Società  Sportiva Dilettantistica (SSD). A questo proposito, è utile sapere che sono previste delle specifiche tassazioni per chi opera in questo determinato settore.

Tassazione e compenso sportivo

Nel caso del compenso sportivo, per parlare di tassazione è opportuno considerare il comma 358 della Legge n. 205/2017, che inquadra queste prestazioni come “oggetto di contratti di collaborazione coordinata e continuativa.” Pertanto, questi compensi sportivi vengono emessi per tutti coloro che eseguono le mansioni necessarie per lo svolgimento delle attività  sportivo-dilettantistiche e diventano parte integrante dei redditi diversi, che non possono essere assoggettati a contribuzione previdenziale. In questo caso, si parla di collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co.).

Come precisato dalla Circolare dell”Ispettorato Nazionale del Lavoro n.1, risalente al 2016, solamente il Coni può decidere quali siano le attività sportive da poter selezionare per il regime agevolativo. Tuttavia, al momento, le ASD e le SSD non hanno uno specifico elenco di mansioni da considerare necessarie per lo svolgimento delle attività  sportivo-dilettantistiche. Perciò, fino all’inerente delibera del Coni, ogni collaborazione sarà inquadrata come co.co.co.

Gestione compensi sportivi

La collaborazione sportiva che verrà ritenuta tale sarà soggetta alla tassazione diretta valida ai fini dell”Imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef). Nello specifico, gli iniziali 10.000 euro percepiti nel periodo di imposta saranno esenti dalla formazione del reddito Irpef, vale a dire che non saranno soggetti a tassazione. Invece, ai successivi 20.658,28 euro verrà applicata l’aliquota fissa del 23%, che dovrà sommarsi all’addizionale comunale e regionale. Sulle somme eccedenti si applicherà la medesima aliquota a titolo di acconto, sempre maggiorata anche dalle addizionali regionali e comunali.

Tali norme si adoperano anche per le collaborazioni di natura amministrativa gestionale in favore di società dilettantistiche. Tali somme non devono essere assoggettate alla gestione separata dell”INPS e nemmeno dell’INAIL.

La gestione dei compensi sportivi per le ASD e le SSD

In merito alla gestione dei compensi, è innanzitutto utile ricordare che non si può più pagare i compensi in contanti: sarà doveroso avvalersi esclusivamente di bonifici, strumenti di pagamento elettronico e assegni. Sarà possibile pagare in contanti solamente presso lo sportello della banca o della posta in cui il collaboratore ha aperto il suo conto corrente.

Oltre a questo dobbiamo dire che, in particolare per quanto riguarda il compenso sportivo, non è facile rispettare tutte le norme che ruotano intorno a queste collaborazioni sportive, al relativo inquadramento e al calcolo delle ritenute. Proprio per questi motivi, sono moltissime le aziende che si affidano a professionisti del settore o che decidono di capire come gestire i compensi sportivi attraverso l’uso di software appositi, come ad esempio Athletis. Quest’ultimo è un programma studiato appositamente per facilitare la gestione e il calcolo dei compensi sportivi, offrendo importanti funzionalità ai gestori di ASD e SSD.

Questo software aiuta a determinare i vari compensi e a tenere sotto controllo i pagamenti, basandosi proprio sui contratti di collaborazione precedentemente stipulati con i vari collaboratori. Permette inoltre di registrare l”anagrafica di ognuno di essi e di stampare i contratti e le varie ricevute di pagamento, attraverso la fruizione di modelli preimpostati. Athletis è ottimo persino per chi si occupa della gestione delle presenze dei collaboratori e del Libro Unico del Lavoro; calcola automaticamente le eventuali ritenute fiscali per tutti i compensi sportivi che superano la soglia dei 10.000; e consente di emettere i cedolini per le buste paga. Pertanto, anche se gestire tutto questo non è semplice, le soluzioni e gli strumenti più idonei di certo non mancano.



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    Cosa cambia dall’entrata in vigore della nuova separazione breve senza Tribunale. Ora sarà più semplice ed economico divorziare con la negoziazione assistita di un avvocato.


    Nuova legge divorzio breveIl numero di divorzi in Italia rispetto ai nuovi matrimoni è in costante crescita. Oggi praticamente per ogni 2 coppie che si sposano una si separa. E dall’entrata in vigore della nuova separazione breve senza Tribunale è ancora più semplice ed economico divorziare con la negoziazione assistita di un avvocato. In concreto, quanto costa divorziare oggi?

    Si può usufruire della modalità della negoziazione assistita solo se la separazione è consensuale e se ci sono figli minorenni, figli diversamente abili o figli maggiorenni non autosufficienti economicamente.

    La separazione dei coniugi è qualcosa di temporaneo e che può essere revocato a differenza del divorzio, secondo l’ordinamento giuridico infatti con la separazione cessano gli obblighi contratti dalla coppia con il matrimonio, ossia la fedeltà reciproca, la comunione dei beni, la convivenza sotto lo stesso tetto.

    Dopo la separazione passano lo stesso tre anni per ottenere il divorzio, ma ci si può avvalere in ogni caso della negoziazione assistita, tramite domanda redatta davanti ad un ufficiale di stato civile di separazione, scioglimento del matrimonio o cambiamento delle condizioni di separazione e divorzio congiunta dei coniugi.

    La domanda viene inviata entro dieci giorni dalla sottoscrizione dall’avvocato al comune di celebrazione del matrimonio religioso o civile trascritto con una copia autenticata.

    Ci si può rivolgere in alternativa anche agli ufficiali di stato civile che però non possono occuparsi di patti di trasferimento patrimoniale, solo però dopo trenta giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione del decreto.

    In base al decreto legge separazione breve e divorzio 132 del 2014 viene semplificata la giustizia civile, per cui ci si potrà separare o divorziare senza andare in Tribunale grazie alla negoziazione assistita, solo se la separazione però è consensuale e se non ci sono problemi sull’affidamento e sull’assegno di mantenimento dei figli. E riducendo drasticamente le procedure burocratiche, anche i costi si abbattono: il costo del divorzio breve attuale infatti è pari a solo 16 euro in tutta Italia. Con il divorzio breve, secondo la risoluzione dell’Agenzia delle Entrate 65/E del 2015, si è infatti esenti dall’imposta di bollo, di registro, da ogni altra tassa, così come per i procedimenti di separazione e divorzio per cui si prevede la stessa agevolazione.

    A ciò va aggiunta solo la parcella dell’avvocato che varia in base alla città dove si vive: tendenzialmente maggiore è il costo della vita e maggiori sono le tariffe richieste, ma è sempre possibile trovare uno studio legale non esoso. Qui potete cercare un avvocato competente in diritto di famiglia in ogni provincia d’Italia e richiedere preventivi online per comparare le differenti parcelle.

    Ora che il divorzio non è più un lusso per pochi, nè un peso burocratico, aumenterà ancora il numero di famiglie che scoppiano?



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      Fino al 2015 ci sarà la possibilità di avere degli aiuti economici in caso di nascita di un figlio. Ecco cosa prevedere un comma della Legge Fornero.


      Aiuti economici neo mammeLa legge n° 92 del 2012 sulla riforma del lavoro è stata introdotta in via sperimentale fino al 2015, e dà la possibilità alla madre lavoratrice di richiedere dei voucher per poter acquistare dei servizi di baby sitting. Tale possibilità si ha a partire dalla fine del congedo di maternità per 11 mesi,

      Posso fare richiesta dei voucher le seguenti madri:

      • se sono lavoratrici dipendenti;
      • se sono lavoratrici iscritte alla gestione separata;
      • se sono libere professioniste, (che non risultino iscritte ad altra forma previdenziale obbligatoria e non siano pensionate).

      Devono però trovarsi nelle seguenti situazioni:

      • oltre gli 11 mesi che incominciano dopo il periodo di congedo obbligatorio di maternità;
      • non devono aver usufruito ancora di tutto o parte del periodo di congedo parentale;
      • devono essere gestanti, la cui data presunta del parto è fissata entro i quattro mesi successivi alla scadenza del bando per la presentazione della domanda.

      Le lavoratrici già madri possono presentare la domanda anche per più figli. Devono presentare una domanda per ogni figlio/nascituro (in caso di gravidanza plurima) purché ci siano i requisiti sopra esposti.
      Sono escluse le lavoratrici impiegate nel settore pubblico.

      Il contributo può essere di due tipi:

      1. contributo per far fronte alle spese della rete pubblica dei servizi per l’infanzia;
      2. voucher per l’acquisto di servizi di baby sitting.

      L’importo è di 300 euro al mese per un massimo di 6 mesi.
      Le lavoratrici part-time avranno un contributo adeguato alle ore di lavoro non effettuate.

      Il contributo viene erogato in due modi:

      1. direttamente alla struttura scolastica che deve essere una di quelle inserite in un apposito elenco presente sul sito dell’Inps. Quindi bisogna assolutamente controllare che il nome della struttura scelta sia in elenco altrimenti non ci sarà alcuna possibilità di ricevere il contributo;
      2. alla madre per pagare il servizio di baby sitting con dei buoni lavoro. La madre dovrà recarsi alla sede Inps indicata nei documenti per ritirare i voucher, e li potrà utilizzare entro la data di scadenza purché comunichi il loro utilizzo all’Inps o a all’Inail.

      Sul sito Inps sarà possibile trovare la domanda da compilare che deve essere presentata attraverso lo stesso sito accedendo tramite PIN.

      Per chi non se la sente di affrontare da sola questo particolare aspetto burocratico, consigliamo di rivolgersi ad un consulente del lavoro che sicuramente saprà dare tutto l’aiuto di cui si ha bisogno.



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